08/02/15
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Nessuna fissione a Fukuscima
La società che gestisce l'impianto comunica che la quantità di xenon rilevata nei pressi del reattore 2 è così limitata da avere effetti trascurabili, ed esclude la possibilità di una reazione auto-sostenuta. Sono comunque in corso ulteriori analisi della situazione (red)
   
La radioattività rilevata nei pressi del reattore numero due dell'impianto nucleare di Fukushima non è il risultati di una fissione nucleare sostenuta: è quanto ha annunciato la Tokyo Electric Power (TEPCO) la società che gestisce l'impianto. 

Sembra così scongiurato il pericolo che il reattore possa riprendere spontaneamente la sua attività, come temuto: ieri si è infatti diffusa la notizia secondo cui sarebbe stata rilevata la presenza di xenon, un prodotto secondario della fissione, in vicinanza dell'impianto. Il problema è stato affrontato dai tecnici della TEPCO con l'iniezione di una miscela di acqua e acido borico.

L'annuncio segue di sole 24 ore la pubblicazione di un rapporto della Commissione giapponese per l'energia atomica, secondo cui la bonifica del sito di Fukushima, a 220 chilometri dalla capitale Tokio, richiederebbe circa 30 anni, a partire dal 2021 (i dieci anni che ci separano da quella data serviranno infatti a mettere in sicurezza gli impianti).
 
Le autorità sottolineano che le stime sono state ottenute analizzando quanto è stato fatto per il primo incidente nucleare di una certa rilevanza, quello che nel 1976 colpì la centrale di Three Miles Island, negli Stati Uniti.
 
Tornando alla fuoriuscita di xenon, "le analisi portano a escludere 'criticalità', ovvero l'eventualità di una reazione auto-sotenuta", come ha spiegato Ai Tanaka, portavoce della TEPCO. Lo xenon rilevato, in sostanza, era in quantità limitata, e probabilmente era frutto di processi durati per un brevissimo arco di tempo: anche dal punto di vista teorico, è improbabile che il combustibile nucleare ancora presente nel reattore n. 2 possa andare incontro a questo tipo di reazioni.
 
Come si ricorderà le barre di combustibile del reattore n. 2 di Fukushima si fusero nelle prime fasi dell'incidente dell'11 marzo scorso, poco dopo che lo tsunami rese inefficace l'impianto di raffreddamento.
 
"Riteniamo che non ci sarà alcun impatto sull'ambiente circostante, dato che non ci sono variazioni nei parametri con cui viene monitorato l'impianto", ha aggiunto un esponente dell'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare industriale. "La quantità di xenon misurato è così bassa che gli effetti sono trascurabili, sebbene sia ancora in corso un'analisi approfondita della situazione".

tratto da http://www.lescienze.it




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